Video dell’inaugurazione mostra “POLAROID Now!”, a Genova, il 5 settembre 2020. Nonostante le mille difficoltà dovute al Covid, abbiamo registrato un grande successo di pubblico e critica.
Per avere informazioni senza impegno sulle opere e/o sugli autori, o semplicemente volesse appassionarsi a questo tipo di fotografia, può contattarci liberamente per informazioni e per conoscere i prossimi corsi creativi Polaroid.
Dopo alcuni rinvii causa COVID-19, il 5 settembre 2020, alle ore 15:30 si inaugura la mostra internazionale di fotografia istantanea POLAROID Now! Quest’anno, nonostante i noti problemi e inconvenienti, ho allestito una mostra ancora più importante, con tanti autori di grande rilievo e di caratura internazionale. La mostra rimarrà visitabile, su appuntamento, dal 5 al 12 settembre 2020. Vi aspettiamo. Frank Morris
After some postponements due to COVID-19, on September 5, 2020, at 3:30 pm the international exhibition of instant photography POLAROID Now! vernissage. This year, in spite of the well-known problems and inconveniences, I have set up an even more important exhibition, with many authors of great importance and international standing. The exhibition will remain open, by appointment, from 5 to 12 September 2020. We are waiting for you. Frank Morris
con:
Mariano Alcantara Cinzia Battagliola Jean Beaudoin Rocco Carnevale Luca Corradi Anna Cremona Jean-Michel Delage Raul Diaz Amedeo Fontani Cristina Fontsarè Fanny Genty Gianni Grattacaso Clément Grosjean Marco guidi Bianca Maria Lecchini Anne Locquen Leonardo Lussana Mila Maes Frank Morris Carmen Palermo Arto Pazat Silvano Peroni Lili Plasticienne Marco Ragana Angela Regina Francesco Sambati Kate Steele Carla-Timoc
Il 20 marzo si è conclusa la selezione degli artisti che parteciperanno alla mostra “POLAROID NOW!“, esposizione inserita nel circuito internazionale Expolaroid che abitualmente coinvolge, ogni anno, nel mese di aprile, gallerie d’arte di tutto il mondo.
Numerose e valide candidature mi hanno costretto inevitabilmente a dover escludere alcuni autori. Sono certo che per quest’ultimi vi saranno ulteriori occasioni di futura collaborazione.
Come sapete l’epidemia mondiale di Coronavirus sta impedendo il regolare svolgimento di ogni tipo di manifestazione, sia pubblica che privata. L’inaugurazione. prevista per l’11 aprile è stata rimandata a data da destinarsi. Spero e mi auguro di poter effettuare il vernissage nei prossimi mesi, prima dell’estate. Qualora ciò non fosse possibile, sarà settembre. Spero. In ogni caso la mostra si farà.
La SLR680 è stato il modello di punta prodotto da Polaroid nel lontano 1982, dopo la famosa SX-70. Si tratta di una reflex autofocus (sonar), che impiega pellicola di tipo 600. Dopo anni di utilizzo, è inevitabile che la copertura si deteriori e necessiti di essere sostituita. Così è successo al mio esemplare: ho deciso quindi di effettuare il restauro e rimetterla completamente a nuovo.
La fase più noiosa e delicata consiste nell’eliminare il rivestimento originario. Questa operazione, lunga e delicata, va effettuata con calma e senza fretta. Il rivestimento, con il passare degli anni, si opacizza e tende a sbriciolarsi, come si vede dalle immagini, dove è già stato parzialmente eliminato.
Per la rimozione ho utilizzato una spatola in metallo e un cutter. Prestare la massima attenzione a non danneggiare la fotocamera nelle sue parti più delicate come ad esempio il soffietto.
Al fine di evitare che polvere e residui del rivestimento penetrino all’interno della fotocamera, ho utilizzato nastro di carta (da carrozzieri) per proteggere gli spazi aperti.
Al termine della rimozione rimarranno sicuramente residui di colla e di rivestimento. Per eliminarli non impiegare solventi o prodotti simili, ma soltanto uno straccio e dell’alcool. Altri prodotti potrebbero intaccare la plastica e rovinare irrimediabilmente la Polaroid.
Dopo tanta pazienza e olio di gomito, il risutato finale deve essere questo. La vostra SLR680 nuda e perfettamente pulita.
Giunti a questa fase possiamo iniziare a rivestire la nostra preziosa Polaroid. Dopo alcune ricerche sul web e verifiche con colleghi, ho optato per acquistare un rivestimento nero in vera pelle.
Ho acquistato direttamente dal produttore giapponese aki-asahi Il costo, comprensivo di spedizione, per un rivestimento in vera pelle tagliata con il laser, è di 25 dollari. Se volete spendere meno, ma lo sconsiglio, ci sono i rivestimenti in finta pelle, praticamente plastica a buon prezzo. Trascorsi circa 10 giorni, è arrivata la busta contenente il rivestimento del colore da me prescelto (nero). Non è necessario utilizzare colla, è sufficiente staccare la parte interessata e riposizionarla con precisione nella SLR680. Le parti sono perfettamente rifinire e tagliate esattamente a misura.
Il restauro si conclude premendo adeguatamente il rivestimento al fine di farlo aderire correttamente al corpo macchina. A questo punto abbiamo terminato il nostro lavoro e la nostra SLR680 sembrerà uscita dalla fabbrica.
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Venerdì 25 ottobre, a Milano, in occasione di uno degli appuntamenti organizzati dal GRIN per Archivi Aperti, sono stato ospite dello studio del fotografo Piero Gemelli. Architetto, artista, scultore, fotografo. Difficile definire univocamente il suo lavoro, essendo una continua commistione tra vari àmbiti artistici, strettamente uniti tra di loro da un sottile filo invisibile chiamato creatività.
Una fotografia di Still Life nasce, ad esempio, da una scultura ideata, disegnata e progettata da Gemelli “sull’oggetto” da rappresentare. L’immagine diviene pertanto l’atto finale di un processo creativo molto più ampio e strutturato, rispetto ad un semplice scatto fotografico. Piero non si è risparmiato e, seduti su un comodo divano, ci ha incantato con aneddoti, racconti e storie sul mondo della moda e dell’editoria, ambiente che è radicalmente cambiato dagli anni 2000 in avanti. Condividendo con noi il contenuto delle sue scatole stracolme di fotografie, tra una Cucinotta, la Bellucci o Carla Bruni, abbiamo potuto ammirare immagini storiche, estremamente pulite e rigorose, considerando che all’epoca, siamo tra gli anni ’80 e ’90, non esisteva il fotoritocco massivo disponibile attualmente, e l’immagine doveva essere necessariamente progettata, costruita e finalizzata esclusivamente sul set di ripresa.
I test luci e composizione venivano pertanto effettuati in Polaroid grande formato (4×5 e 8×10 pollici). Avere tra le mani queste semplici foto-test di allora, che oggi hanno inequivocabilmente una valenza propria, come oggetto univoco di immagine autonoma, sentire ancora l’odore, dopo tanti anni, degli sviluppi Polaroid, essendo io profondamente coinvolto nella fotografia istantanea (attuale, con finalità completamente diverse da allora), posso affermare che è stata un’emozione unica e irripetibile.
Il tutto in uno spazio che sarebbe decisamente riduttivo definire semplicemente uno studio fotografico. Una splendida casa-museo, costruita e modellata magistralmente da un architetto, nonchè fotografo e artista.
Luogo che rappresenta, come è giusto che sia, la personalità di un uomo colto, raffinato, dove ogni oggetto, fotografia o libro fanno parte indissolubilmente del suo lavoro di fotografo ma anche e soprattutto della sua vita privata e che, con mio grande piacere e riconoscenza, ho avuto l’opportunità di apprezzare. Grazie Piero.